Tutto ciò che facciamo e diciamo in presenza dei nostri figli ha un impatto su di loro. A volte, erroneamente, pensiamo che siano troppo piccoli per capire e ci lasciamo andare a commenti poco edificanti, a critiche sarcastiche, a pettegolezzi. Credendo di non essere ascoltati parliamo anche di loro, magari etichettandoli con parole dure o preoccupate o svalutanti.
Ma i bambini ci ascoltano, ci ascoltano sempre.
Anche quando sembrano distratti o quando sono talmente piccoli da non saper ancora parlare.
E sono sensibili, in grado di assorbire qualunque cosa, qualunque vibrazione.
Possono non capire il senso di un termine, ma certamente ne colgono l’energia, positiva o negativa.
Colgono la sfumatura nel tono della nostra voce, la postura del corpo che accompagna i nostri discorsi.
Con le parole creiamo un ambiente intorno a loro, dal quale saranno condizionati in bene o in male.
Quando decidiamo di essere pienamente consapevoli di questo, quando decidiamo di renderci conto che anche con la voce siamo in grado di plasmare il mondo in cui i bambini vivono, allora onoriamo davvero i nostri figli.
Il progetto segreto
La nascita di un bambino provoca una grande esplosione di bene, di speranza, di voglia di fare. All’inizio siamo davvero convinti di voler essere genitori attenti e premurosi. Rivoluzioniamo la nostra casa, stravolgiamo le nostre abitudini, siamo disposti a fare sacrifici enormi pur di saperlo al sicuro e amato nel modo giusto.
Molti smettono di fumare, di bere, di essere aggressivi, rivedono le proprie abitudini, mettono “la testa a posto” e cominciano seriamente a prendersi cura di loro stessi. Succede: è la forza di una nuova vita, la voglia di partecipare ad una perfezione che in quei momenti ci sembra estatica, il desiderio di essere migliori di come abitualmente siamo per il bene di quel piccolo essere.
Guardiamo noi stessi e le nostre vite da una prospettiva diversa, e tante scelte che prima ci sembravano assolutamente perfette, di fronte allo sguardo innocente di nostro figlio appaiono problematiche.
E così facciamo anche più attenzione a quello che diciamo e a come lo diciamo, a quello che pensiamo e a quello che proviamo.
Accudire quel neonato o quel bimbo nel modo migliore ci sembra la priorità, si fa strada il desiderio di essere degni di tanto amore incondizionato.
È un sentimento vissuto nell’intimità del nostro animo.
Abbiamo un progetto segreto: lavorare alla versione migliore di noi.
Quando smettiamo di fare attenzione
Questo impellente desiderio è però più forte all’inizio e talvolta perde la sua intensità man mano che ci abituiamo alla presenza del bambino.
Tra cambi di pannolini, poppate, notti insonni, raffreddori e tutto il resto, quella spinta iniziale si smorza.
E così smettiamo di fare attenzione a quello che diciamo e a come lo diciamo, ci lasciamo andare i vecchi comportamenti.
Decidiamo di non avere abbastanza tempo ed energie per essere consapevoli di un livello più profondo, di non avere tempo per la nostra guarigione interiore.
Forse siamo convinti che la marca migliore di pastina, di seggiolone, di bicicletta, di scarpine, sia già sufficiente ad assicurare il benessere del nostro bambino.
Ma se anche il desiderio di assicurargli sicurezza materiale è lodevole, non è certamente la fine della storia.
Il risveglio
Quell’intuizione avuta alla sua nascita era stata illuminante: siamo noi il suo primo ambiente, è la relazione che stabiliamo con lui la sua vera culla ed è il modo in cui ci sente parlare e in cui ci relazioniamo con gli altri il giardino fiorito in cui crescere sano e svilupparsi al meglio.
Non si tratta di creare intorno al bambino una finta armonia, una vuota formalità. Si tratta di coltivare, giorno dopo giorno, quell’originaria ed autentica intenzione. Non è la perfezione che ricerchiamo, ma la consapevolezza e la cura dell’ambiente emotivo.
Non è mai troppo tardi per recuperare il nostro progetto segreto. Quel risveglio originario dell’amore e della speranza può ispirarci per tutta la vita e renderci le persone migliori che vogliamo essere. Per i nostri figli e anche per noi.
Se pensi che questo articolo possa aiutare altri genitori, nonni, educatori e bambini a coltivare relazioni più serene e amorevoli, puoi provare a condividerlo e a stimolare una riflessione in merito
0 Comments